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lunedì 5 marzo 2018

IL SERPENTE SENZIENTE


estratto da
Ipostasi degli Arconti e introduzione allo Gnosticismo
di Giuseppe Merlini (giuseppemerlino.wordpress.com)

Secondo gli Ofiti, il Serpente era stato mandato da Sophia (la Sapienza) per convincere gli uomini a mangiare il frutto proibito della Conoscenza per rendersi conto di livelli divini ben superiori a quelli del loro creatore: il Serpente è colui che dà la Gnosis, la conoscenza illuminata del bene e del male; è il Serpente l’elemento positivo al quale rendere culto e rivolgersi come via per la salvezza. Una redenzione che può venire raggiunta, proprio con il disprezzo della carne, della materia, anche attraverso il libertinismo più perverso. Nella loro Dottrina, Il Serpente, il tentatore, appare nelle vesti del liberatore, di colui che solleva l’uomo al di là del bene e del male, al di là della “legge”, al di là del Dio antico, nemico della libertà.

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Gli Ophiti o Naaseni, come già visto, sono una serie di sette gnostiche del secondo secolo dopo Cristo. Queste sette avevano in comune l’adorazione del Serpente: il Serpente che nella Genesi avrebbe indotto Adamo ed Eva a mangiare il frutto dell’Albero della Conoscenza. 

Dice Hans Jonas, uno dei maggiori studiosi dello Gnosticismo:
“L’Uomo Gnostico disprezza il Cosmo perché questo lo separa dalla sua aspirazione inattuabile di ricongiunzione con la divinità. Il Demiurgo Maligno, creatore dell’Universo, ha precipitato l’uomo nel Cosmo. La coscienza della separazione è la sensazione della mancanza del Divino, il sentimento di esule che il pneuma, lo spirito interiore di origine divina, marca drammaticamente e disperatamente la condizione umana. L’angoscia è il sentimento che risveglia l’interiorità umana. Quest’angoscia fonda la Gnosi, la conoscenza, sola cosa che può liberarlo dai legami cosmologici e fargli riscoprire la sua essenza. La Gnosi è lo strumento di battaglia, ciò che aiuta l’uomo a rompere i lacci che lo legano al mondo, a separarlo definitivamente dal Cosmo e in definitiva dalla sua stessa natura materiale, dal suo corpo imprigionante l’Io pneumatico, l’essenza spirituale. La Gnosi non rappacifica l’uomo col Cosmo, ma ne decreta la rottura”.

 ... commento

La controversa figura del Serpente Biblico  è a tutti gli effetti forse il più grande mistero dei testi biblici assurti a "canonici", ovvero non apocrifi, in quanto, per quanto assurdo possa apparire dalla lettura degli stessi, per una qualche oscura ragione Dio, o chi per Lui, non voleva che l'Adam divenisse senziente, ovvero gli fosse donata la "conoscenza"; da qui il Serpente medesimo assurge a figura in contrasto con il volere di Dio, tanto da punire Adamo ed Eva con la cacciata dal giardino dell'Eden. Che poi la successiva dottrina cattolica apostolica che ne è derivata abbia identificato la conoscenza con il mero atto sessuale, ovvero che Adamo conobbe Eva nel senso procreativo, induce ancor più a credere che qualcosa non torni nel Dio Biblico che ci è stato propinato. Il perseguimento continuo dell'Adam di nuovi livelli di conoscenza è, dunque, una continua perpetrazione dell'errore primordiale, ovvero del "peccato originale"? Dovremmo, in ragione di ciò, "viver come bruti"? O in realtà non siamo stati creati per questo fine? Se Dio nella sua incommensurabile conoscenza di ciò che è non voleva un Adam senziente aveva una ragione per perseguire il suo obiettivo? E come è stato possibile che un Serpente abbia messo, nonché ottenuto, che il Suo Volere fosse messo in discussione? Dio non può ciò che vuole? E allora, chi era il vero Dio?

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